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Immagine del redattoreDott.re Emanuele Falcinelli

Tradizione & Editoria gastronomica

Con la costruzione di una memoria scritta della cucina, che rende possibile l’accrescimento cumulativo delle conoscenze, si realizza un vero e proprio sapere costituito, cosa che non si riscontra, almeno in forma materiale e tangibile, nelle società con tradizione orale.

Con questa citazione di M.Montanari andiamo a parlare della comunicazione e trascrizione della tradizione gastronomica su carta dalla quale poter leggere e capire le trasormazioni alimentari del tempo.


I primi ricettari risalgono al 230 d.C.

Con la fine del Medioevo i ricettari iniziano ad essere più frequenti, tanto da far diventare famoso anche oltre confine il celebre ricettario Liber de coquina.


In questi è sempre difficile stabilire chi sia effettivamente l’autore del manuale; il primo ricettario ad avere un autore certo è il Libro de Arte Coquinaria, che il maestro Martino da Como scrisse nella seconda metà del ‘400. Cuoco delle più importanti corti, arricchisce il ricettario con diverse influenze regionali, maggiori dettagli nei procedimenti e maggiore precisazione terminologica, non che utilizzato anche come primo libeo didattico. Nel periodo che va dal Cinquecento, con i ricchi banchetti delle corti, e il Settecento, con il passaggio da una cucina ricca di spezie ad una più raffinata molto vicina alla cucina francese, fatta di salse di accompagnamento e brodi, i ricettari diventano un aiuto in cucina per cuochi professionisti.


L'esplosione editoriale gastronomica italiana si ha nella seconda metà dell’Ottocento.

Con la società ormai alfabetizzata le massaie hanno bisogno dei segreti in cucina. Così con il manuale dell’Artusi, datato 1891, (La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene) si danno al paese le basi teoriche della cucina borghese. Grazie a lui la cucina regionale italiana diventa cultura nazionale.


Ma in tutto questo chi fù la prima donna a pubblicare un manuale di cucina ?

La prima donna a scrivere di cucina è Giulia Ferraris Tamburini.I ricettari da qui iniziano a conquistare fasce di pubblico sempre più ampie e il loro successo viene confermato dalle numerose ristampe e dalla nascita di manuali da collezione e riviste periodiche.



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