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Pubblicare ossessivamente in rete recensioni negative integra gli estremi dello stalking.



Questa è la conclusione dinanzi al Tribunale di Torino di una vicenda che ha visto malauguratamente come protagonista un’attività di bar, vero e proprio bersaglio prolungato di giudizi negativi pubblicati in rete da parte di un cliente dell’esercizio commerciale.


In particolare, tale condotta si protraeva per oltre un mese, periodo in cui a cadenza quotidiana l’hater pubblicava più commenti negativi, sia sui social che su Google attinenti sia alla persona della titolare che alla mancanza di qualità del servizio e degli alimenti


Secondo il Giudice tale comportamento, unitamente al fatto che l’imputato era anche accusato di transitare più volte al giorno dinanzi al bar, guardando all’interno e filmando gli avventori, integra gli estremi del reato di stalking attesi il «grave stato d’ansia e paura per la propria incolumità» della titolare dell’attività e del di lei compagno, di professione artigiano, accusato on line di incapacità e di condotte illecite nei confronti dei propri clienti. Per questi motivi il Tribunale, con sentenza 23 febbraio 2023, ha condannato il cliente alla pena di un anno di reclusione per il reato di stalking oltre al risarcimento dei danni economici che le vittime hanno patito conseguenti alla perdita e sviamento di clientela causati delle sue continue ed ossessive opinioni negative.



Scritto da: Alessandro Klun

(@acenacondiritto)

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