Il 6 aprile lo si dedica alla pasta alla “carbonara” ma perché si chiama così ?
La leggenda narra di antichi e operosi carbonai (pastai) che in una notte stellata riempirono un pentolone con pasta, uova, guanciale e pecorino... ma le leggende si sa non rispecchiano quasi mai la realtà.
Una delle ipotesi più plausibili sulla nascita di questo piatto è quella dello chef bolognese Renato Gualandi che nel 44 dovendo cucinare il pranzo alle truppe alleate mise insieme alcuni ingredienti da loro più amati come: le uova,i formaggi ed il “bacon” ovviamente italianizzando il tutto e creando per pura casualità uno dei simboli gastronomici italiani più amati nel mondo.Più amati ma anche più martoriati,forse la ricetta italiana più “violentata” dopo l’ananas sulla pizza.
Numerose sono le varianti, come quella vegetariana, vegana o di mare. Quella che negli ultimi anni sta prendendo piede nel Lazio e non solo è quella con l’aggiunta di tartufo che a contatto con grasso e pepe sprigiona aromi e sapori ineguagliabili.
Di certo non abbiamo la presunzione con queste poche righe di aver dato giusto encomio a questo memorabile giorno, ma dalla città eterna , luogo simbolo della carbonara possiamo solo dirvi
“magnateve un bel piatto de pasta alla carbonara ma ve prego nu ce mettete la panna …o la cipolla …”
Eno-consiglio:
Anche se lontano dalla regione di origine si consiglia:
Schioppettino del Bressan anno 2015 (Friuli Venezia Giulia)
Vino fatto con uve in leggera sovramaturazione, di ottimo corpo, di colore rosso violaceo e profumo che ricorda la mora selvatica, il lampone ed il mirtillo. Con l'invecchiamento evolve in un elegante bouquet di sottobosco, muschio, legno aromatico
Articolo di: Giuseppe.G | Food and Wine writer
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