La domanda appare lecita alla luce di quello che la scorsa estate è stato definito come fenomeno degli scontrini impazziti vista l’applicazione ai clienti di voci di costo che apparivano “sproporzionati” rispetto ai servizi richiesti, come il taglio di un sandwich da dividere o la richiesta di un piatto vuoto per la condivisione,
Ciò posto in linea generale si può affermare che se un cliente chiede l’aggiunta di un ingrediente all’interno di un piatto, generalmente questo comporta un sovrapprezzo, grande o piccolo che sia, il cui addebito è lecito solo seespressamente indicato sul menù.
Analoga conclusione si applica nel caso in cui il cliente chieda di sottrarre un ingrediente comportando tale modifica una variazione nell’organizzazione della cucina che per poter dar seguito a tale richiesta, deve cambiare la sua routine, con conseguente rallentamento.
In conclusione, si può affermare che la modifica di un piatto (tramite aggiunta o sottrazione un ingrediente) è legale prevedere un maggior costo purché indicato in menù.
Author: Alessandro Klun
(@acenacondiritto)
Comments