L'Anno Santo è un momento speciale, un tempo dedicato alla riflessione e al rinnovamento spirituale. Il termine deriva da uno strumento antico, lo yobel, un corno di montone il cui suono segnava l’inizio del Giorno dell’Espiazione, lo Yom Kippur. Questo giorno di riconciliazione ricorre ogni anno, ma l'Anno Giubilare, come previsto già nella Bibbia, veniva celebrato ogni 50 anni. Era un periodo in cui venivano rimessi i debiti, restituite le terre alienate, e la terra stessa riposava. Una chiamata al ristabilimento dell’armonia tra Dio, le persone e la creazione.
Nel Vangelo, Gesù riprende questa tradizione, proclamando "l’anno di grazia del Signore", con l'obiettivo di portare liberazione e redenzione. Il primo Anno Santo ufficiale nella storia cristiana fu indetto da Bonifacio VIII nel 1300, e da allora è stato riproposto a intervalli regolari, ogni 25 anni, diventando un'occasione di grande affluenza e spiritualità.
Ora, mentre ci avviciniamo al 2025, Roma si prepara a ricevere milioni di pellegrini e visitatori. Si stima che arriveranno oltre 35 milioni di persone da tutto il mondo, ma qui iniziano i problemi. Ogni mese le imprese lanciano lo stesso grido d'allarme: mancano lavoratori. In un momento in cui la Capitale dovrebbe essere pronta ad accogliere milioni di ospiti, il settore dell’accoglienza e della ristorazione è in grave crisi, con una carenza di circa 44 mila lavoratori. Mancano chef, camerieri, banconisti, cuochi e altre figure indispensabili per offrire servizi adeguati.
Il rischio è evidente: senza personale sufficiente, l'intero sistema rischia di andare in tilt. Claudio Pica, presidente della Fiepet Confesercenti di Roma e Lazio, ha dichiarato che la situazione è ormai critica. Si tratta di una carenza che esiste da tempo, ma con l’imminente arrivo di milioni di pellegrini, sta diventando una vera emergenza.
Eppure, nonostante le difficoltà, qualcosa si muove. L’arrivo dell’Anno Santo, unito alla ripresa del turismo a Roma, sta infondendo nuova fiducia tra ristoratori, albergatori e società di servizi. Anche se solo nel primo trimestre del 2024 hanno chiuso 1928 esercizi, il sentiment positivo è in crescita. Confcommercio Roma segnala che tra dicembre 2023 e marzo 2024 si è ridotto il numero di imprenditori che prevedono un peggioramento economico, scendendo dal 39% al 35%, e si stima che l’indice di fiducia possa raggiungere il 40% a giugno.
I dati mostrano chiaramente la ripresa del turismo, con un numero di arrivi superiore rispetto al 2019. Nonostante la chiusura di 2844 bar e ristoranti nel 2023, il 2024 ha visto un saldo positivo con l’apertura di 455 nuovi locali. Tuttavia, la mancanza di circa 44 mila lavoratori resta una delle sfide più difficili da affrontare.
Si stanno cercando soluzioni: la Fiepet ha siglato un accordo con l’Istituto Alberghiero Pellegrino Artusi di Roma per formare nuovi professionisti del settore, anche attraverso l'alternanza scuola-lavoro e collaborazioni con l'Università Mercatorum. Si spera che questi sforzi, mirati alla creazione di figure imprenditoriali e specializzate, possano alleviare la pressione. Ma basteranno?
Nel frattempo, settori come il commercio al dettaglio non alimentare continuano a subire gli effetti dell’inflazione, con un calo del numero di clienti ma un aumento del valore delle merci. Inoltre, le richieste di credito sono in diminuzione, con il 59% delle domande accolte. La maggior parte riguarda la necessità di liquidità, investimenti e la ristrutturazione del debito.
Roma si troverà ad affrontare un’altra grande sfida: l’ospitalità. Tra pellegrini e turisti, la città potrebbe arrivare a ospitare tra i 30 e i 35 milioni di persone, generando oltre 100 milioni di presenze nelle strutture ricettive. Eppure, già oggi, il 66% dei posti letto disponibili è occupato. Dove alloggeranno tutti questi visitatori? Il rischio di caos è reale.
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