Di fronte ad una cena non pagata il titolare di un ristorante pubblica sul profilo Facebook del locale alcune foto estratte dalle videocamere di sorveglianza che ritraggono i volti dei clienti insolventi
Questa singolare vicenda riportata dalla cronaca on line permette di valutare i profili giuridici di due condotte: quella dei clienti che, dopo aver consumato il pasto, si allontanano dal locale senza aver pagato il conto e quella del ristoratore che “vendetta” pubblica on line le immagini delle telecamere di sicurezza.
In relazione ai clienti, l’uscita alla chetichella dal ristorante nella speranza di sottrarsi all’obbligo di pagamento del conto può essere perseguita per insolvenza fraudolenta in base all’art. 641 Codice penale nel caso in cui abbiano ordinato e consumato con la consapevolezza della propria insolvenza e volontà di non pagare.
Dall’altro lato pubblicazione on line delle foto effettuata discrezionalmente dal titolare del locale non può dirsi legittima in quanto le immagini riprese da telecamere di sicurezza costituiscono dati personali soggetti all’applicazione della disciplina privacy introdotta dal Regolamento europeo 2016/679 o GDPR in forza del quale, salvo che si tratti di persona nota ripresa in luoghi o eventi pubblici, non è consentita la diffusione o pubblicazione di immagini, video o audio senza il consenso della persona interessata, risultando altrimenti violata la sua riservatezza e fermo restando il suo diritto al risarcimento di eventuali danni
Pertanto, il ricorso ad un sistema di videocamere di sorveglianza da parte del ristoratore, sistema che peraltro deve prevedere l’autodistruzione delle immagini raccolte oltre un dato termine, non può consentirgli, in base alla vigente normativa privacy, l’utilizzo delle immagini a proprio piacimento, salvo il ricorso a tecniche che ne permettano la non riconoscibilità, essendo il loro uso funzionale ad eventuali denunce e segnalazioni ad autorità di pubblica sicurezza.
Scritto da: Alessandro.K
Collaborazione con: Unione Ristoratori Italiani
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