Le radici della cucina italiana risalgono probabilmente al IV secolo a.C., e porta influenze dell’antica Grecia, delle cucine tradizionali ebraiche, bizantine e araba.
Questa ha fatto il giro del mondo e si è adattata incrociando esperienze diverse, confrontando ricette e mescolando sapori. Solo nel quattrocento la gastronomia italiana entrò in Europa, grazie a Maestro Martino (Cuoco) e a Bartolomeo Sacchi (Platina) i quali si conobbero nella Roma papale e probabilmente lavorarono insieme: Martino a scrivere le ricette, Platina a metterle in italiano.
Il ricettario di Martino, rimasto manoscritto, non fece molto parlare di sé; ma il trattato di Platina Sul piacere onesto e la buona salute, pubblicato a metà del secolo, lo riportava parola per parola, integrandolo con considerazioni storiche, dietetiche, filosofiche sul cibo. Così grazie alla stampa, quel trattato ebbe una gran diffusione in Europa, sia nella versione originale in latino, sia nelle traduzioni in francese e in tedesco.
In quel modo la cucina di Martino influenzò in modo decisivo la cucina europea di età rinascimentale, portandovi, in particolare, l’utilizzo delle verdure, una caratteristica appartenente alla tradizione popolare italiana che anche i testi di alta cucina recepirono e trasmisero.
Scritto da: Emanuele Falcinelli
(CEO Founder Chefetto.net)
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