Recente è la notizia di un ristorante situato in Georgia, Stati Uniti, che ha previsto l’applicazione in menù di un sovrapprezzo a carico dei genitori di bambini fastidiosi, troppo rumorosi o che disturbano il pasto di altri clienti per non essere in grado di gestire la loro condotta.
Ma nel nostro Paese sarebbe lecito prevedere in menù e applicare una simile voce di costo?
Preliminarmente va ricordato che in base all’art. 187 del Regio Decreto n. 773 del 1931 gli esercenti attività aperte al pubblico non possono vietare l’accesso al locale e il servizio a coloro che che quel servizio pagano senza un legittimo motivo, tale non potendosi configurare l’età del cliente.
D’altro lato il cliente, quale che sia l’età, è tenuto a rifondere il ristoratore del danno che gli ha provocato.
Per effetto di quanto sopra si può affermare che l’applicazione ai genitori di una voce di costo per la condotta molesta del minore pare non essere praticabile, potendosi ritenere lecito il solo invito a uscire quale conseguenza di danni a beni materiali o disturbo ad altri clienti o al personale di servizio.
Va infine specificato che eventuali regole per l'accesso dei bambini, ad esempio con l’indicazione di un'età al di sotto della quale non è consentito entrare, sotto il profilo giuridico non hanno alcuna efficacia vincolante, trattandosi esclusivamente di raccomandazioni ad usare il buon senso.
Authors: Alessandro Klun
(@acenacondiritto)
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